Gesù storico I parte

Il buio che avvolse la terra: 

Il Vangelo di Luca ci riferisce che quando Gesù fu crocifisso il sole si eclissò da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, cioè fino alla sua morte. 

https://www.youtube.com/watch?v=cZUlIYhDouY

Nel 52 d. C. uno storico romano di nome Tallo, fa riferimento alla crocifissione di Gesù e parla di un buio che investì la terra quando morì Gesù di Nazareth. Di Tallo non abbiamo fonti scritte se non dei frammenti. A parlare di lui sono alcuni storici dell'epoca che riportano alcuni suoi scritti. Tallo prova a dare un spiegazione scientifica di questo evento, dicendo che ci fu un eclissi che oscurò il sole. 

Giuliano l'africano critica Tallo, dicendo che non poteva trattarsi di eclissi perché era il plenilunio e quindi la luna non era in mezzo tra il sole e la terra. 

Anche un autore greco Flegonte di Tralle, riprese la citazione di Tallo, dicendo che questo avvenimento avvenne nella duecentoduesima olimpiade (39 d. C.) e si fece talmente buio che addirittura si riuscivano a vedere le stelle. 

Per approfondire: Perché la data della Pasqua non è fissa? (https://www.focus.it/cultura/storia/perche-la-data-della-pasqua-non-e-fissa)


I criteri storici per stabilire l'attendibilità dei Vangeli

Gli storici applicano ai testi antichi alcuni criteri per verificare l'attendibilità di uno scritto. Noi né tratteremo due in particolare, ma ce ne sono diversi, tra questi: 
- il criterio della multipla attestazione; 
- il criterio della continuità; 
- il criterio della discontinuità; 
- il criterio dell'imbarazzo. 


Andiamo a vedere il criterio dell'imbarazzo. 

Figli del tuono, rinnegamento di Pietro, tradimento di Giuda, Gesù che si battezza da Giovanni il battista, le donne che sono le prime a vedere il risorto. Sono solo alcuni degli episodi che mettevano in imbarazzo la prima comunità cristiana. 

Nelle storie dei santi medievali per esempio, si tendeva ad omettere le azioni sbagliate dei santi, per presentare queste figure come modelli perfetti ed esemplari. Chi scriveva le storie dei santi toglieva tutte le fragilità che queste persone avevano. Sebbene suscitavano nelle persone stupore, diventavano delle testimonianze irraggiungibili. Chi leggeva queste storie si sentiva scoraggiato, perché non riusciva a vivere come avevano vissuto i santi. 

Perché dunque gli Evangelisti non presentano le figure degli apostoli nella stessa maniera: impeccabili, perfetti e irremovibili? Perché rischiare che i cristiani perdessero fiducia nell'insegnamento degli apostoli? Perché mettere in imbarazzo chi sta alla guida della primitiva comunità cristiana? 

Pensate per esempio a Pietro e al suo rinnegamento. Non sarebbe stato meglio omettere questo episodio, in modo tale da far apparire il primo Papa come una persona autorevolissima?


Oppure pensate al soprannome "Boanerghes" cioè "figli del tuono", soprannome attribuito da Gesù a Giacomo e Giovanni per il loro carattere irascibile. I Vangeli infatti raccontano che un giorno Gesù mandò i due fratelli davanti a se in Samaria per preparare un alloggio, ma i samaritani si rifiutarono di ospitarlo. I due apostoli allora, infuriati, chiesero a Gesù di far scendere dal cielo fuoco e zolfo per fulminarli. Gesù allora li rimproverò, spegnendo la loro ira. Accidenti che bei esempi.... Siamo soliti immaginare Giacomo e Giovanni come due apostoli buoni e umili e invece la descrizione che ce ne danno i vangeli è tutt'altra. Perché? 

Delle donne infine ne abbiamo già parlato la scorsa lezione, mentre ora potremmo soffermarci sul battesimo di Gesù. Giovanni il battista predicava un battesimo di conversione dai propri peccati. Ma se Gesù è Figlio di Dio, colui che toglie i peccati del mondo? Perché farsi battezzare per il perdono dei peccati? 


Sono solo alcuni dei racconti che testimoniano l'attendibilità dei Vangeli, in quanto gli evangelisti disiderano scrivere la vera storia di Gesù di Nazareth e non una storia falsata o inventata. Se fosse stata inventata, avrebbero omesso quegli episodi che mettevano in imbarazzo le guide della comunità cristiana. 

Per quanto riguarda i criteri della continuità e della discontinuità, Gesù appare come un ebreo in sintonia col suo ambiente culturale. Come ogni ebreo osservante, Gesù si recava spesso al Tempio di Gerusalemme, anche lui festeggiava le varie festività ebraiche, ogni sabato si recava in sinagoga e come i farisei cercava di vivere pienamente la Torah, cioè la legge che Dio aveva donato al popolo ebraico per mano di Mosè. Gesù tuttavia vive in maniera del tutto originale la sua fede e, il suo messaggio, appare radicale. 


Come i profeti del passato anche Gesù chiede agli ebrei di andare al cuore della legge: l'amore verso Dio e verso il prossimo. Tuttavia la paradossalità di Gesù è che lui chiede di credere in lui. Nessuno aveva mai chiesto tanto. Infatti il popolo ebraico era chiamato a credere in Dio, Gesù invece chiede di credere in lui. Una pretesa molto esigente che sottolinea un dato importante: se la fede va riposta solo in Dio e se Gesù chiede di aver fede in lui, ciò significa che il Nazzareno sta dicendo che egli è Dio.

Un altro aspetto della discontinuità è l'appellativo che Gesù rivolge a Dio: "Abbà", cioè papà. Un comune ebreo non si sarebbe mai rivolto a Dio con questo nome.  Per gli ebrei Dio era considerato come padre del popolo ma non come padre del singolo ebreo. Gesù invece si considera figlio, tanto da rivolgersi a Dio con l'appellativo "papà".

Ci troviamo dunque con un ebreo in continuità con il suo popolo ma anche del tutto originale. Questi criteri del metodo storico critico, fanno dei Vangeli dei racconti attendibili.  

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