La coscienza e la storia di Franz Jagestatter

 

La vita di Franz Jägerstätter




Nato il 20 maggio 1907 a Sankt Radegund (Alta Austria), crebbe presso la nonna, perché i genitori erano troppo poveri per sposarsi. Nel 1936 sposò Franziska Schwaninger, conosciuta l’anno precedente, e andò in viaggio di nozze a Roma. Il matrimonio segnò una svolta nella sua vita, fino ad allora disordinata. La preghiera e la lettura della Bibbia divennero consuetudine quotidiana per Franz e Franziska. Dal matrimonio nacquero tre figlie, Rosalia (1937), Maria (1938) e Aloisia (1940).

Lo studio della letteratura sacra e la frequentazione della chiesa lo portarono alla convinzione che la sua fede cattolica fosse incompatibile con il nazionalsocialismo. Dopo l’annessione dell’Austria alla Germania nazista, il 12 marzo 1938, Jägerstätter espresse la sua resistenza al nazionalsocialismo rifiutando l’incarico di sindaco. Non partecipò più alla vita pubblica e non accettò le facilitazioni offerte dal partito nazista. In occasione del plebiscito sull’annessione, il 10 aprile, fu l’unico a votare “no” nel suo paese.

Nell’ottobre 1940 venne richiamato alle armi, su richiesta del suo Comune, venne dichiarato “insostituibile” e poté tornare alla famiglia e al lavoro agricolo. L’esperienza negativa nell’esercito e il programma nazionalsocialista sull’eutanasia rafforzarono la sua decisione di non tornare alla vita militare. Dichiarò anche apertamente che, come cattolico credente (nel frattempo era diventato terziario francescano), non poteva prestare servizio militare, poiché lottare per lo Stato nazionalsocialista sarebbe stato contrario alla sua coscienza. Il suo ambiente cercò di dissuaderlo, ricordandogli le responsabilità verso la propria famiglia. Perfino il vescovo della diocesi di Linz, Josephus Calasanz Fließer, lo consigliò di desistere dall’obiezione di coscienza. La moglie Franziska, invece, lo sostenne in questa decisione, benché conscia delle conseguenze.

Il 23 febbraio 1943 ricevette la terza chiamata alle armi. Dopo aver manifestato l’intenzione di obiettare venne trasferito nella prigione militare dove seppe che anche altre persone rifiutavano il servizio militare, e opponevano resistenza al nazionalsocialismo. Il 6 luglio il Tribunale di Guerra del Reich di Berlino-Charlottenburg lo condannò a morte per sovversione dell’esercito. Il tribunale non prese in considerazione la sua disponibilità ai servizi di sanità. Venne ghigliottinato il 9 agosto 1943 a Brandeburgo sulla Havel.

Le lettere

“Scrivo con le mani legate, ma preferisco questa condizione al sapere incatenata la mia volontà. Non sono il carcere, le catene e nemmeno una condanna che possono far perdere la fede a qualcuno o privarlo della libertà […]. Perché Dio avrebbe dato  a ciascuno di noi la ragione ed il libero arbitrio se bastava soltanto ubbidire ciecamente? O, ancora, se ciò che dicono alcuni è vero,  e cioè che non tocca a Pietro e Paolo affermare se questa guerra scatenata dalla Germania è giusta o ingiusta, che importa saper distinguere tra il bene ed il male? ”.

(Dal testamento, Berlino, luglio 1943)

“Non si può essere contemporaneamente cristiani e seguire il nazionalsocialismo: ci sono dei momenti in cui bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini”

(Franz, prima di presentarsi in caserma)

 https://www.youtube.com/watch?v=1nZSTqYBvgA



Riflettiamo....

Scrive Franz: "Scrivo con le mani legate, ma preferisco questa condizione al sapere incatenata la mia volontà". Nonostante sia imprigionato a livello fisico, Franz si dice libero a livello interiore. E' possibile mantenere una libertà interiore nonostante esteriormente ci siano delle limitazioni? 

Jagestatter sapeva che con la sua scelta sarebbe andato incontro alla condanna a morte. Tu avresti fatto lo stesso?

"Perché Dio avrebbe dato  a ciascuno di noi la ragione ed il libero arbitrio se bastava soltanto ubbidire ciecamente?". L'uomo, a differenza degli animali, non è governato dagli istinti, ma sceglie e compie delle azioni in base a ciò che gli suggerisce la ragione eppure per scegliere il meglio, occorre formarsi, aprire la mente e il cuore. Secondo te, che peso ha la ragione e l'intelligenza nella vostra vita? 

Franz Jagestatter nonostante le sue scelte portino molta sofferenza crede che non può scendere a compromessi con l'ideologia nazista. Quanto è importante per te combattere per un ideale? Saresti capace di dare la vita per una causa giusta? 

LA COSCIENZA 

Franz Jagestatter consapevole di andare incontro alla morte afferma di non poter andare contro la propria coscienza. Mah cos'è la coscienza? 
La coscienza è un giudizio della ragione, attraverso il quale la persona giudica la moralità di un'azione (la moralità di un'azione, cioè se è un'azione è buona o cattiva) che vorrebbe compiere o che ha compiuto. La coscienza accompagna i due momenti di un atto:

- precedente;

- successivo

Nel primo momento, quello precedente l'azione, la coscienza dice alla persona se l'azione che vuole compiere è buona o cattiva. 

Nel secondo momento invece, la coscienza fa sentire alla persona una pace o una gioia interiore se l'azione che ha compiuta era buona, o un rimorso o vergogna se l'azione compiuta era cattiva.

Per sant'Agostino, la coscienza è la voce di Dio che parla al cuore della persona. Tutti sentono questa voce, credenti e non credenti. Nella sua interiorità l'uomo scopre di avere una legge che gli dice ciò che è bene e ciò che è male. La particolarità di questo aspetto è che ogni uomo di qualsiasi cultura e religione fa la stessa esperienza. 

L'uomo deve sempre prestare ascolto alla coscienza e ne sentirà la voce se ricerca il bene e la verità. Più l'uomo si allontana dal bene e dalla verità, più gli sarà difficile ascoltare la voce della coscienza, tuttavia un fioco suono della coscienza, resterà sempre nel suo cuore, anche se si trova immerso nel male e nell'inganno.  

  

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