Pietro


Non so dirvi cosa provai quella volta, quella prima volta mentre rassettavo le reti. Quella notte io e i miei compagni non avevamo preso nessun pesce. Eravamo stanchi, abbattuti e anche un po' arrabbiati, poi arrivò lui: Gesù. Mi guardò con profondità e disse: "seguitemi, vi farò pescatori di uomini". Non so cosa mi prese, ma non riuscì a non ascoltare le sue parole. Ad un tratto mi sentii amato in una maniera così grande da non riuscire a controllarmi. Abbandonai lì quelle reti vuote e cominciai a seguirlo. Lasciai tutto, la mia casa, il mio lavoro, la mia vita per iniziare una nuova avventura. 

Ciò che mi colpì di Gesù era la sua sicurezza e la sua sapienza. Sapeva controbattere ai farisei, ai dottori della legge e non aveva paura di dire la verità. Il suo amore per gli ultimi era davvero incredibile. 

Ricordo bene di quando il capo della sinagoga corse da Gesù per chiedergli se poteva fare qualcosa per sua figlia malata, ma, mentre stava ancora parlando vennero a dirgli che sua figlia era morta. Tutti fummo presi dal dolore nel vedere la disperazione negli occhi di quell'uomo, ma Gesù lo guardò e lo rassicurò dicendogli di fidarsi solo di lui. Andammo nella sua casa e la figlia era morta, distesa nel suo letto. Gesù allora si chinò su di lei le prese la mano e con tono sicuro, come se stesse dando un comando disse: "bambina io ti dico alzati". D'improvviso quella bambina riprese colore e si alzò dal letto. Tutti fummo presi da grande stupore e ci chiedevamo come fosse possibile che una bambina morta potesse tornare in vita dopo un comando di un uomo. 

Ma ciò che mi lasciò senza parole fu quando lo vedemmo camminare sulle acque. Eravamo salpati io e gli altri, Gesù era rimasto a terra, aveva detto che ci avrebbe raggiunti ma certo, non ci aspettavamo che lo facesse camminando sul mare. Era buio e quella notte il vento era particolarmente forte tanto da far alzare delle onde molto pericolose. Ad un tratto vedemmo qualcuno in lontananza camminare sulle acque. Fummo presi da una paura pazzesca ma ad un certo punto quell'uomo disse: "coraggio sono io, non abbiate paura!". Ci guardammo chiedendoci se davvero quell'uomo era Gesù. Allora presi coraggio e per vedere se davvero era Gesù dissi a quell'uomo di permettere anche a me di camminare sulle acque per andargli incontro. Egli mi disse di andare. Lo guardai in viso e misi un piede nel mare, sentii che non affondava e così misi anche l'altro. Ad un certo punto mi sentivo così invincibile ed euforico, distolsi lo sguardo dal suo volto, mah, appena lo feci, subito affondai. Il vento, il mare e le onde che mi sommergevano mi fecero pensare di essere spacciato, fu in quel momento che gridai con tutto me stesso: "Signore!!! Salvami!" e subito la sua mano mi raggiunse. Mi aggrappai a lui e lo strinsi forte. Poi salimmo sulla barca e mi disse di non dubitare di lui. 

Sta volta avevo capito, Gesù era diverso da tutti. Se fosse lui il Messia? Tutti gli ebrei infatti aspettavano un messia che avrebbe liberato Israele dal dominio romano e avrebbe istaurato il grande regno ebraico. Io mi sentivo così privilegiato nel pensare che sarei stato un fondatore del nuovo stato d'Israele! Già, ma Gesù cominciava a dire che doveva morire, che una volta arrivato a Gerusalemme sarebbe stato ucciso. Un giorno lo presi e con durezza gli dissi che questo non sarebbe mai accaduto. Lui allora si arrabbiò e mi disse di tornare a fare il discepolo. 

Era complicato per un semplice uomo come me comprendere Gesù, chi egli fosse realmente e cosa aveva nel cuore. 

Il giorno che lo arrestarono cominciò a dire che sarebbe stato catturato e che tutti noi l'avremmo abbandonato durante la notte. Allora con fare sicuro gli dissi che io non l'avrei mai abbandonato e lui con un dolce sorriso mi disse che l'avrei rinnegato prima del canto del gallo. No, non sarà così gli dissi. Credevo alle mie parole. Volevo proteggerlo, per questo portai una spada con me quella notte. 

Eravamo andati al solito posto. Gesù amava riposarsi in un vecchio frantoio perché in quel luogo non andava nessuno. Quella notte però era diversa. Era agitato, sembrava preoccupato. Volevo rasserenarlo, dirgli che sarebbe andato tutto bene, che poteva contare su di me, ma ad un certo punto vedemmo in lontananza tanta gente, soldati e guardie che con delle torce si avvicinavano verso di noi. Ma come facevano a sapere che eravamo lì? Gesù disse di alzarci e si diresse verso di loro. Fu solo allora che riconobbi Giuda. Lui, un nostro compagno aveva rivelato alle guardie il nostro luogo segreto. Non appena Giuda baciò Gesù le guardie si avventarono contro di lui. Allora sfoderai la spada e con un colpo tagliai l'orecchio al servo del sommo sacerdote. Ma Gesù disse di non usare la violenza e con un gesto gli riattaccò l'orecchio. Fu allora che preso dalla paura scappai. 

Portarono Gesù al sinedrio e io entrai nel cortile per vedere cosa stava succedendo. Avevano acceso un fuoco e mi avvicinai per riscaldarmi un pochino. Una donna mi disse di avermi visto insieme a Gesù ma io negai. Uscii allora da quel luogo ma un'altra donna disse di avermi visto con Gesù il Nazzareno ma io gli dissi che si sbagliava. Sembrava finita, volevo essere lasciato in pace, tutto questo mi sembrava impossibile. Poco tempo prima Gesù entrò a Gerusalemme e tutti lo acclamavano come l'inviato di Dio ed ora invece era ritenuto un diffamatore, un sovversivo e criminale. 
Camminavo senza meta e ad un certo punto mi scontrai con un gruppo di persone le quali cominciarono a dire che io ero un seguace di Gesù, un suo discepolo. Fu in quel momento che cominciai a gridare e a dire di non aver mai visto Gesù, di non sapere chi egli fosse. Ed ecco che mentre ancora parlavo un gallo cantò. Fu allora che mi ricordai di quello che mi disse Gesù. Il mio cuore cadde in una disperazione profonda mah, in quell'istante vidi uscire Gesù, legato e segnato dalle percosse; si voltò e mi fissò con uno sguardo pieno di compassione e di misericordia. Non so dirvi bene le diverse emozioni che provai in quel momento, ma ancora una volta mi sentivo amato di un amore infinito, come accadde la prima volta che lo incontrai. Sembrava che Gesù sapeva che l'avevo rinnegato e nonostante questo mi fece sentire perdonato.

La nascita della Chiesa, la tomba di Pietro e la domus ecclesiae


E' significativo che tre giorni dopo la crocifissione di Gesù, Pietro esce dalla sua paura e sale al Tempio per annunciare che Gesù Cristo è risuscitato dalla morte. Questo aspetto costituisce una delle prove o "segni" della resurrezione di Gesù. Infatti Pietro annuncia a Gerusalemme che la tomba dove fu deposto Gesù è vuota perché egli è vivo. Questo annuncio era facilmente smontabile se Gesù era ancora nella tomba, infatti bastava andare a vedere il sepolcro e se fosse stato ancora chiuso con la salma di Cristo al suo interno, l'annuncio di Pietro sarebbe stato ridicolo. Se invece il cristianesimo prende vita proprio da questo annuncio è perché ciò che dice Pietro è riscontrabile. Gesù non era più nel suo sepolcro e un suo discepolo annuncia che egli è risuscitato.   

https://www.youtube.com/watch?v=5YuiWvZWUC4


Pietro è il capo della Chiesa nascente, è lo stesso Signore che gli ha affidato la cura delle pecore. E' Gesù che consegna a Pietro le chiavi della Chiesa nell'episodio di Cesarea di Filippo: 

"Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?».  Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Voi chi dite che io sia?».  Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo". 

Con questa "investitura" Gesù rende Pietro il "capo" della Chiesa. La tradizione ha voluto che lì dove Pietro è sepolto risieda il suo successore: il Papa. Sapere dove si trova la tomba di Pietro quindi è molto importante, perché giustifica la centralità della Chiesa.  

Durante la persecuzione contro i cristiani messa in atto da Nerone, Pietro, che si trovava a Roma, decise di fuggire. Lungo la via appia però - secondo un'antica leggenda - gli apparve il Signore e Pietro gli chiese: "Quo vadis Domine?" (dove vai Signore?) e Gesù gli rispose: "vado a Roma per essere crocifisso di nuovo". Fu allora che Pietro capì che doveva tornare indietro e affrontare il martirio.

Per ricordare questo fatto, venne costruita sul luogo dove Cristo apparve a Pietro, una Chiesa conosciuta come la Chiesa del "Domine quo vadis". Al suo interno è conservata una lastra di marmo contenente un'impronta di piedi che secondo la tradizione sono le orme che lasciò Gesù quando apparve a Pietro. 



La necropoli vaticana: 
https://www.youtube.com/watch?v=BhhEKl9dIeA

La tomba di Pietro: https://www.youtube.com/watch?v=i0tNv-cSF4U&t=10s

Per approfondire: "sotto il cielo di Roma". https://www.youtube.com/watch?v=_y8wVb6diSY


Per concludere la nostra lezione andiamo a vedere dove si riunivano i primi cristiani. Secondo gli Atti degli Apostoli, essi vivevano in comunità, condividendo tutto quello che avevano. Al centro della loro vita c'era l'incontro con il Signore attraverso l'agape fraterna (una sorta di cena condivisa) e la condivisione del pane (si ricordavano le parole usate da Gesù durante l'ultima cena. Come fanno oggi i cristiani durante la messa). 

La domus ecclasiae: https://www.youtube.com/watch?v=B3kUJUa30sM

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